22 Gennaio 2021

Tempo di lettura: 3min

Le normative sui crimini d’odio omotransfobico in un quadro comparativo

Gaynet

Gaynet inaugura i seminari previsti dal progetto “informazione e persone LGBTI, realizzato con il sostegno dell’UNAR.

Il primo appuntamento previsto per i giorni 1 e 2 febbraio è intitolato “Le normative sui crimini d’odio omotransfobico in un quadro comparativoSeminario di approfondimento delle legislazioni e della giurisprudenza in materia di crimini e discorsi d’odio nei vari paesi e a livello sovranazionale“. L’evento avrà carattere pubblico e potrà essere seguito sui canali Facebook e YouTube di Gaynet, dalle ore 11:00 di lunedì 1 febbraio e dalle ore 15:00 di martedì 2 febbraio.

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Il Parlamento italiano sta discutendo una proposta di legge, approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati, che tra le sue disposizioni contiene l’estensione della normativa italiana in materia di crimini d’odio (c.d. Legge Mancino-Reale) a ulteriori caratteristiche personali, tra le quali l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Le polemiche e le resistenze che accompagnano la proposta di legge hanno bloccato l’approvazione di analoghe iniziative legislative nelle precedenti cinque legislature.

Tuttavia, la richiesta di protezione anche in ambito penale dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere è avanzata ripetutamente a ogni livello dalle istituzioni sovranazionali e internazionali per offrire una risposta alla situazione allarmante di rischio e di violenza che le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans vivono in ogni luogo. La tutela penale contro i crimini d’odio e i discorsi d’odio di cui sono vittime le persone in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere si può considerare uno standard europeo e non solo.

Nell’Unione europea i crimini d’odio sono puniti in 22 paesi per “orientamento sessuale” e in 11 per “identità di genere”, mentre nell’ambito del Consiglio d’Europa i crimini d’odio sono puniti in 28 paesi per “orientamento sessuale” e in 20 per “identità di genere”. Guardando soprattutto ai paesi che condividono una comune tradizione giuridica con l’Italia si potranno acquisire ulteriori elementi di conoscenza che possano essere utili al dibattito attualmente in corso in Italia.

I saluti introduttivi saranno affidati a Franco Grillini, Presidente di Gaynet, e a Triantafillos Loukarelis, Direttore UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. mentre la moderazione sarà affidata ad Antonio Rotelli, giurista e attivista per i diritti LGBTI italiano. Interverranno: Matteo Bonini Baraldi, avvocato del foro di Bologna, già funzionario della Fundamental Rights Agency, Maria Grazia Sangalli, avvocata del foro di Bergamo, già presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, Mia Caielli, professoressa associata di diritto pubblico comparato presso l’Università degli studi di Torino, Giacomo Viggiani, ricercatore in filosofia del diritto presso l’Università degli studi di Brescia, Anna Maria Lecis Cocco-Ortu, professoressa associata di diritto pubblico all’Istituto di studi politici Sciences Po Bordeaux, Matteo Winkler, professore associato di diritto internazionale presso il Dipartimento giuridico di HEC Paris, Stefano Chirico, primo dirigente della Polizia di Stato, direttore della Segreteria dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), Jack Drescher, professore di psichiatria clinica presso la Columbia University, training and supervising analyst presso il William A. White Institute.

“Il seminario – dichiara Franco Grillini – nasce dall’esigenza di arricchire con il parere di esperti ed esperte di livello internazionale il dibattito politico sul tema dell’omotransfobia, partendo delle leggi in vigore negli altri Paesi. Nonostante il momento difficile che stiamo vivendo, auspichiamo che questa iniziativa possa riportare l’attenzione sulla Legge Zan attualmente in attesa di essere discussa in Senato. Siamo convinti che il tema dei diritti civili debba essere prioritario nella nuova azione di Governo, affinché, ai danni causati dalla pandemia, non si aggiunga per tante persone la beffa di veder sfumare una legge, attesa da 27 anni, che le tuteli dall’odio e dalla violenza”.

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