24 Febbraio 2025
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ILGA Annual Review : aumento degli attacchi sulle persone LGBTI
Stephane Caruana
Il 18 febbraio 2025 è stata pubblicata l’ILGA Annual Review of the Human Rights Situation of the LGBTI People in Europe and Central Asia, constatando che la strumentalizzazione delle persone LGBTI al fine di ridurre i diritti fondamentali è in crescita in tutta Europa.
Il governo russo come modello
Sul modello del governo russo, certi paesi europei (Bulgaria, Georgia, Ungheria, Kirghizistan e Montenegro) cercano di minare la legittimità dell’attivismo per i diritti umani e particolarmente il lavoro delle ONG LGBTI adottando delle leggi sugli “agenti stranieri” che costringono le ONG a registrasi come “finanziate dall’estero”. Questa tattica, con il pretesto di difendere le valori della presunta famiglia tradizionale, permette ai governi di limitare la libertà di espressione e di associazione, presentando la lotta per i diritti delle persone LGBTI come un’ingerenza straniera.
Il fantasma della “propaganda LGBTI”
L’ILGA Annual Review evidenzia pure l’espansione delle cosiddette leggi sulla “propaganda LGBTI”ereditate anche loro dal modello russo ed utilizzate per criminalizzare la visibilità delle persone LGBTI, vietare contenuti e silenziare attivisti. L’uso del fantasma della “propaganda LGBTI” è stato particolarmente sfruttato nel ambito educativo per vietare l’inclusione dei temi LGBTI nei programmi scolastici o, come l’abbiamo visto in Italia con la risoluzione Sasso, per tentare di escludere le questioni LGBTI dall’educazione sessuale.
La normalizzazione del discorso LGBTI-fobico
Il rapporto annuale dell’ILGA sottolinea, in questo contesto, la normalizzazione del discorso d’odio LGBTI-fobico, alimentato dai leader politici, religiosi e dalle istituzioni statali ed aprendo la porta all’espressione della violenza. Basta per convincersene di ricordarsi le aggressioni a Roma, a Milano ed a Torino dopo Capodanno mentre non esiste in Italia una legge che riconosce come aggravante il loro carattere omotransfobico. Però questa normalizzazione del discorso d’odio si traduce pure nei tentativi di limitare l’accesso alle cure sanitarie per le persone trans in generale e per i minori trans in particolare come è stato il caso in Austria, Francia, Italia, Irlanda, Polonia e Regno Unito.

Un’immagine della manifestazione in piazza Malatesta a Roma il 4 gennaio 2025. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Fuggire si ma dove ?
Infine, mentre le percussioni contro le persone LGBTI sono in aumento in Russia, Kirghizistan, Turchia e Turkmenistan, l’ILGA Annual Review deplora la moltiplicazione dei rifiuti delle richieste di asilo in molti paesi europei tra cui Austria, Belgio, Bulgaria, Irlanda e Regno Unito sulla base di valutazioni obsolete e arbitrarie.
La risposta di Gaynet
Dopo la pubblicazione di questo rapporto annuale dell’ILGA, Rosario Coco, presidente di Gaynet, si è espresso sulla situazione italiana :
“Attualmente – affermato – nei media italiani è molto difficile far emergere non solo il collegamento fra la situazione politica e le aggressioni, ma persino le motivazione omofobiche e transfobiche delle stesse. In Italia, stiamo cercando di avviare un nuovo percorso con la società civile e con tutte quelle organizzazioni e movimenti che finora non siamo riusciti a raggiungere, perché in alcuni casi sono stati invece influenzati dalla propaganda avversaria. Va inoltre registrato il tentativo nel dibattito pubblico di isolare dal nostro movimento la lettera T, definendo estremiste le rivendicazioni delle persone trans. Su questo punto, va detto chiaramente che le realtà LGBTQIA+ italiane rifiutano con la massima fermezza qualunque tentativo di dividerci e che non esiste alcuna battaglia senza la lettera T. Attendiamo presto una nuova strategia LGBTQIA+ Europea e una risposta chiara dall’Unione alla situazione reazionaria globale”