Gay

Gay, uomo omosessuale

 

Significato

           Termine di origine inglese che indica le persone omosessuali di sesso maschile, uomini attratti, prevalentemente o esclusivamente, da altri uomini in maniera emotiva, intellettuale e sessuale.

Uso nella lingua inglese

In inglese viene usato come aggettivo e indica tanto gli uomini (“gay men”) quanto le donne (“gay women”).
Il significato originario dell’aggettivo è allegro, allegra, gaio, gaia, felice.

Uso nella lingua italiana

Nella lingua italiana il termine è diffuso sia come sostantivo (“un gay”) che come aggettivo (“un uomo gay”).

È  preferibile usarlo come aggettivo una persona gay, un uomo gay, o, più raramente, una donna gay. In italiano per l’omosessualità femminile c’è la parola lesbica, è dunque preferibile usare quella.

È preferibile l’uso aggettivato della parola gay, come della parola  omosessuale e di lesbica insieme a sostantivi come “persone”, “uomini” e donne  (“una persona gay”, “un uomo gay”, una donna lesbica perchè l’orientamento sessuale,  pur essendo una parte importante della personalità umana, da solo, non “fa” la persona e non esaurisce nemmeno la sua identità sessuale.

 

le parole per non dirlo

       Non sempre l’uso dell’aggettivo “gay” ha senso da un punto di vista semantico e anche in questo caso vale la regola del contesto.
Nel caso del matrimonio è preferibile definirlo “egualitario” poiché parlare di “matrimonio gay” lascia spazio a chi pensa che le persone LGBTIQ vogliano un istituto tutto per loro o, peggio, siano pronte ad invadere le chiese.
Si tratta invece, come è noto, dell’estensione delle norme relative al matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso.
Il matrimonio infatti non è negato alle persone omosessuali ma alle coppie dello stesso sesso: solamente coppie di sesso diverso si possono ancora oggi sposare in Italia, mentre per le coppie dello stesso sesso è previsto un istituto a parte, le unioni civili.

Sono altrettanto da evitare anche espressioni come “famiglia gay”  in quanto è chiaro che non tutti i e tutte le componenti della famiglia sono necessariamente gay (i figli e le figlie ad esempio, ma anche i genitori che possono essere bisessuali). Diremo dunque “famiglie omogenitoriali”, oppure  “famiglie arcobaleno”, al plurale, per sottolineare le diverse compagini familiari. 

Lo stesso vale per “adozioni gay” che non ha alcun senso. Al limite sono gay le persone che adottano (ma va ricordato che ci sono anche le persone bisessuali) non le adozioni che sono né etero né gay

L’esigenza di brevità e sintesi che si presenta nel formulare un titolo di quotidiano, non può giustificare mai l’utilizzo di espressioni quali “matrimonio gay”, “nozze gay”, “bacio gay” o “matrimonio tra gay” all’interno del testo di un articolo.
Nelle pubblicazioni online è sempre possibile usare le parole chiave come “gay” nel permalink e mantenere un titolo più rispettoso

Questi usi dell’aggettivo sono sconsigliati perchè rischiano di essere discriminatori.
Spesso si legge “bacio gay”, oppure “bacio saffico” o “lesbo”. Ma il bacio non ha orientamento sessuale. Un bacio è un bacio. Rimane lo stesso se a darselo sono un uomo e una donna o due uomini o due donne.
Sono le persone che se lo danno, casomai, ad avere un orientamento sessuale. Non tutte le persone dello stesso sesso che si baciano sono però omosessuali. Esiste anche la bisessualità. Dunque ci si riferisce a un bacio tra due persone dello stesso sesso, o tra due uomini, o tra due donne, non di baci gay o lesbici.
Lo stesso vale per il sesso. Non esiste il sesso gay tra uomini il sesso è sesso. 

 

Per finire
Fino a qualche decennio fa le persone omosessuali venivano ancora definite come “invertiti”, “deviati” (vedi “viados”), “sodomiti” (vedi “sodomia), “pederasti” (vedi “pederastia”), mentre sono ancora oggi molo diffusi i volgari peggiorativi “frocio”, “ricchione”, “finocchio”. Esistono inoltre numerosi termini dialettali a carattere più o meno dispregiativo diffusi nelle varie zone d’Italia. Tra questi: culattone (nord Italia), busone (Emilia Romagna), bucaiolo, (Toscana), iarruso (Sicilia occidentale), puppo (Sicilia orientale), femminiello (Campania), sfranta (centro Italia), caghineri (Sardegna).

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